Disertore a Vladivostok by Francesco Marchio

Disertore a Vladivostok by Francesco Marchio

autore:Francesco Marchio [Marchio, Francesco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, 20th Century, War; World War I
ISBN: 9788809207196
Google: JvcMPQAACAAJ
editore: Giunti
pubblicato: 1995-12-14T23:00:00+00:00


IV

Così passò un mese, e poi partenza alla volta di Tientzin (Cina) passando per la Corea rispetivamente Mugden (capitale) dove abbiamo potuto vedere il disastro della guerra russo-giaponese 1905.

Mugden è situata in una grande pianura tutto in torno alla città per un raggio di alcuni chilometri, si vede una vicina all'altra le sepolture dei caduti in quella guerra. Quei popoli danno sepoltura diversamente da noi, le sue tombe hanno la forma di un mucchio di terra più lungo che largo ragiunge un altezza di 60 o 70 centimetri sopra il suolo, rotondato alla superfice da tutte quatro parti. Così si vedeva tutta quella enormità di sepolture abbandonate. Qualle impressione per noi che erimo candidati alla stessa stregua, in un macello terribilmente più grande. Come passare quella zona di dolore senza provare un profondo senso di cordoglio, siamo stati fermi tre giorni in quella zona, pareva che quelle tombe ci dicesse perché non siete morti anche voi? Voi ci appartenete!

Finalmente si parte anche di Mugden.

Quando si entra in una stazione giaponese, è come entrare in una sacrestia non si sente che il rumore dei treni, fato con una regolarità da orologio, arriva e parte un treno nemeno un ordine a parole, o un fischio, o un segnale di bandiera anche quello fato con pocco intusiasmo, ma con tutta sicurezza, e sucede il movimento. Quando invece si entra in una stazione cinese, abenché tra quelle rasse c'è dell'affinità, il movimento e più vivo, anche per una faragine di venditori girovaghi che infesta tutte le stazioni.

Così siamo arrivati a Sciangaiquan (Cina) cità con spiaggia di mare, dove gli eurupei vano fare i bagni. Da questa cità parte anche la grande muraglia cinese, e si può scorgerla fino chi si perde fra i monti (che se non sbaglio me li hanno venduti per i contraferti del Himalaia). Proseguimmo ancora per un giorno, siamo arrivati a Tientzin (Cina) cità con un miglione e mezzo di abbitanti compreso il quartiere europeo. In questa cità le potenze più grande hanno il loro quartiere con proprio municipo e propria publica sicurezza, naturalmente ogni legazione aruola cinesi perché costano di meno, meno gl'inglesi che aruolano indiani.

Noi fummo allogiatti alle caserme inglesi. Lì ci hanno spogliato di tutta la robba bianca e nera, o vero nera e meno nera, e ci hanno dato due vestiti sports d'estate con bianceria nuova. Si mangiava meno male. Otto giorni dopo partivo per Pechino (capitale della Cina) dove rimasi circa nove mesi, dove cessai di digiunare, e dove arrivai con la vista mezza perduta per la terza volta.

Questa volta vedevo un po' di più, perché odd'onta che la quaresima durava da quasi cinque mesi, ma i digiuni venivano alternati da qualche bela scorpaciata, in varie guise, grazie all'ospitalità dei russi che non ha riscontro. Questa volta potei rimanere in cura del maggior medico dell'accampamento, della Reggia marina di Pechino, dove noi erimo alloggiati, persona che si è preso molto a cuore la questione dell'iredenti, come pure il comandante dell'accampamento e sotto comandante.

Ora siccome in



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